Pesteda valtellina mortaio

La storia della Pesteda di Grosio

La storia della Pesteda di Grosio è interessante e ha origini che risalgono al XVI secolo. Tuttavia, le sue radici provengono da molto più lontano, fino dal sud est asiatico, dove le bacche di pepe vengono coltivate. Fu proprio grazie alle importazioni di spezie dall'Oriente, molti secoli fa, che nacque la Pesteda e iniziò a diffondersi nella cultura culinaria italiana.

Ma cos'è la Pesteda esattamente?

Non si tratta solo di un semplice condimento, ma di una vera e propria ricetta della tradizione che viene trasmessa gelosamente solo in famiglia. Si tratta di un battuto a base di aglio, sale e pepe, con molte erbe raccolte a alta quota nella Valgrosina, come le foglie di gerupìna e il peverel. Quindi essiccate e preparate secondo la tradizione.

Ogni famiglia la prepara con un tocco personale, od con una variante che la rende ogni volta unica.
Il sapore forte e deciso la rende perfetta per condire tanti piatti tipici, dai pizzoccheri ai primi piatti di montagna, dagli stufati ai formaggi, dalle patate lesse agli affettati. 
A Grosio, questo prodotto è così importante che è stata creata una Confraternita, che ogni anno organizza un concorso per decretare "la migliore".

Qual è la storia della pesteda di Grosio?

La storia della Pesteda è legata con la importazione delle spezie in Valtellina dalla Repubblica di Venezia nel XVI secolo. Grazie a questi frequenti commerci che aveva Grosio, ci fu una grande apertura alle spezie, come per il pepe, che contribuì la diffusione nella cucina locale.

Il costume tipico

Secondo le leggende, durante il XVI secolo, a causa di una crisi economica in molti da Grosio si recarono a Venezia, sia come soldati che in cerca di successo. Inoltre a causa di una carenza di donne nel paese presero come schiave le splendide donne circasse e balcaniche, ma alla fine se ne innamorarono e le sposarono.

La veste tipica del paese sembra confermare queste leggende. Infatti, è molto diversa dalle altre della valle, ha colori vivaci, scollature profonde, gioielli, fiocchi di seta e cappelli con piume di struzzo. Molte anziane del paese mettono ancora oggi il costume durante i riti e le messe.

Un altro ornamento tipico sono gli orecchini d'oro, detti in dialetto locale "urecìn cun la bròca". Sono a forma di anello in oro giallo, con una borchia sul fondo. I più elaborati e con filigrane sono per le donne, mentre quelli più piccoli e lisci sono per gli uomini.

La storia della pesteda e il legame con il grano saraceno

Le donne circasse portarono anche il grano saraceno, oltre alle spezie e alle vesti. A partire da Grosio, questa semenza si diffuse in tutta la Valtellina, in specie a Teglio, dove ne fecero una farina, ingrediente principale per i Pizzoccheri.

Le famiglie del paese la preparano ancora oggi con antichi metodi segreti, trassmessi solo in famiglia, portando avanti e mantenendo inalterata la storia e la sua tradizione culinaria.


Ricordate sempre: La pestèda grùsina l’è ’na gran medesìna

 

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